Acquisto BTP sotto la pari: come funziona e quando conviene davvero
- Riccardo Marchesini

- 17 minuti fa
- Tempo di lettura: 7 min
Capire il meccanismo dell’acquisto di un BTP sotto la pari è uno dei passaggi più importanti per chi vuole investire in modo consapevole nei titoli di Stato italiani. Molti risparmiatori si concentrano sulle cedole, ma spesso trascurano un elemento fondamentale: il prezzo di acquisto del titolo. In realtà, proprio questo fattore può determinare una parte significativa del rendimento finale.
Quando un BTP viene comprato sotto la pari, cioè a un prezzo inferiore a 100, l’investitore ha la possibilità di ottenere un guadagno aggiuntivo al rimborso, che si somma agli interessi periodici. Ma per capire se conviene davvero, serve entrare nel dettaglio con esempi realistici e qualche riflessione strategica.
Cosa significa acquistare un BTP sotto la pari
Acquistare un BTP sotto la pari significa pagarlo meno del suo valore nominale, che per convenzione è pari a 100. In altre parole, se un titolo viene scambiato a 96, significa che per ogni 100 euro nominali l’investitore ne paga 96. Alla scadenza, però, lo Stato rimborserà il valore pieno di 100, garantendo quindi un guadagno certo di 4 punti percentuali, oltre agli interessi annuali (le cosiddette cedole).
Questa situazione si verifica quando i tassi di interesse di mercato sono alti rispetto alla cedola del titolo. Se un nuovo BTP viene emesso con una cedola più elevata rispetto a quelli già in circolazione, i titoli precedenti perdono valore per adeguarsi alle nuove condizioni. Per chi sa approfittarne, questo è il momento ideale per acquistare sotto la pari, puntando su un rendimento più interessante nel medio termine.
Il legame tra prezzo, rendimento e cedola
Ogni BTP ha due componenti di rendimento: la cedola annua, che rappresenta il flusso di interessi periodici, e la variazione di prezzo tra il momento dell’acquisto e quello del rimborso. Quando si compra sotto la pari, la differenza positiva tra il prezzo di acquisto e il rimborso finale si traduce in una plusvalenza che aumenta il rendimento effettivo.
Il meccanismo funziona così: se il prezzo di mercato è basso, il rendimento aumenta perché l’investitore paga meno per ottenere lo stesso flusso di cedole e il rimborso pieno. Viceversa, quando i prezzi salgono sopra la pari, il rendimento effettivo si riduce. È per questo che comprare sotto la pari può essere molto vantaggioso, soprattutto in un contesto di tassi destinati a scendere nei mesi successivi.
Acquisto BTP sotto la pari: esempio numerico realistico
Immagina di acquistare un BTP a 5 anni con valore nominale di 1.000 euro, prezzo di mercato 95 e cedola annuale del 3%. In pratica, spendi 950 euro per ottenere un titolo che, ogni anno, ti verserà 30 euro di cedole e che alla scadenza ti restituirà 1.000 euro.
Il guadagno complessivo sarà quindi composto da due elementi: 150 euro di plusvalenza da rimborso (1000 – 850) e 150 euro di interessi distribuiti in cinque anni (30 euro x 5). Il rendimento lordo complessivo sarà quindi superiore al 3% nominale della cedola, perché include anche il guadagno sul prezzo.
Naturalmente, bisogna considerare la tassazione del 12,5% applicata sia alle cedole che alle plusvalenze, oltre a eventuali costi di acquisto o gestione. Tuttavia, anche al netto delle imposte, l’acquisto sotto la pari consente di ottenere un rendimento effettivo più alto rispetto al tasso cedolare.
Perché conviene acquistare BTP sotto la pari
Quando i tassi d’interesse sono alti e l’inflazione si stabilizza, i prezzi dei BTP scendono. In quel momento, chi compra si trova in una posizione di vantaggio, perché può bloccare un rendimento più elevato in prospettiva.
Se, nei mesi successivi, la Banca Centrale Europea inizia a tagliare i tassi, i prezzi dei titoli già in portafoglio tenderanno a salire, permettendo anche un guadagno in conto capitale in caso di vendita anticipata.
Questo approccio è tipico di chi fa investimenti strategici di medio periodo, mirando non solo alla sicurezza del titolo di Stato ma anche a ottimizzare il ritorno complessivo. Inoltre, l’acquisto sotto la pari è utile anche in ottica di recupero minusvalenze: la plusvalenza generata al rimborso può compensare eventuali perdite pregresse su altri strumenti finanziari.
Le variabili da considerare prima dell’acquisto
Acquistare sotto la pari non significa automaticamente fare un affare. Ci sono infatti diversi fattori che influenzano la convenienza dell’operazione, tra cui la scadenza del titolo, l’andamento dei tassi d’interesse e la liquidità del mercato secondario. In generale, i BTP con scadenza più lunga sono più sensibili alle variazioni dei tassi, quindi offrono potenziali rendimenti maggiori ma anche oscillazioni più ampie.
È importante anche considerare il contesto macroeconomico. Se ci si aspetta un calo dei tassi, acquistare un titolo a lunga durata sotto la pari può rivelarsi un’ottima mossa. Se invece si teme un aumento ulteriore, meglio orientarsi su scadenze brevi, per ridurre il rischio di vedere il prezzo del titolo calare ulteriormente.
L’effetto della tassazione sul rendimento effettivo
Uno degli aspetti spesso sottovalutati riguarda l’impatto della tassazione. I guadagni sui BTP, sia sotto forma di cedole che di plusvalenze, sono tassati al 12,5%, una percentuale più bassa rispetto al 26% applicato ad azioni e fondi. Questo rende i BTP particolarmente attraenti per chi cerca rendimenti netti competitivi e una gestione fiscale più favorevole.
Un calcolo semplice mostra la differenza: un BTP con rendimento lordo del 4% offre circa un 3,5% netto, mentre un titolo privato con la stessa cedola al 26% di imposta scende al 2,96%. È una differenza notevole, soprattutto se si parla di capitali consistenti o di portafogli costruiti per la stabilità nel lungo periodo.
Esempio di simulazione BTP con rendimento netto
Supponiamo di acquistare un BTP a 10 anni con valore nominale 1.000 €, prezzo di 92 e cedola annuale del 3%. L’investimento iniziale è quindi di 920 €. Ogni anno si percepiscono 30 € di cedole, per un totale di 300 € in dieci anni.
Alla scadenza, il titolo viene rimborsato a 1.000 €, generando una plusvalenza di 80 €.
Il guadagno lordo complessivo è di 380 €, ma dopo la tassazione del 12,5% il rendimento netto effettivo si attesta intorno al 3,9% annuo. Si tratta di un risultato interessante per un investimento a basso rischio, soprattutto se confrontato con conti deposito o obbligazioni bancarie.
In questo modo, si capisce come il prezzo di acquisto sotto la pari aumenti il rendimento complessivo, pur a fronte di una cedola non particolarmente alta.
I vantaggi e gli svantaggi dell’acquisto sotto la pari
Acquistare sotto la pari può sembrare sempre conveniente, ma non è privo di rischi o limitazioni. Ecco un rapido riepilogo per mettere in chiaro i punti principali:
Vantaggi: rendimento effettivo più elevato, possibilità di plusvalenza al rimborso, tassazione agevolata, opportunità di compensazione delle minusvalenze.
Svantaggi: rischio di variazione dei tassi che può ridurre temporaneamente il valore di mercato, minor liquidità su alcuni titoli lunghi, rendimenti più sensibili ai cicli economici.
Chi sceglie questa strada deve quindi avere un orizzonte temporale chiaro e la capacità di mantenere il titolo fino a scadenza per ottenere il pieno beneficio del prezzo sotto la pari.
Come scegliere il momento giusto per acquistare
Tempismo e analisi dei tassi sono due elementi chiave per sfruttare al meglio questa strategia. I momenti migliori per acquistare BTP sotto la pari sono quelli in cui i tassi raggiungono un picco e iniziano a stabilizzarsi. In questo scenario, i titoli vengono venduti a sconto e il mercato offre rendimenti reali interessanti.
Osservare le mosse della Banca Centrale Europea è fondamentale.
Un’inversione della politica monetaria, con i primi segnali di taglio dei tassi, rappresenta spesso un segnale d’ingresso ideale. Chi compra in quel momento può beneficiare non solo delle cedole, ma anche di un possibile aumento del valore di mercato dei BTP, qualora i rendimenti scendano.
L’importanza della durata e del tipo di BTP
Non tutti i BTP rispondono allo stesso modo alle variazioni dei tassi. I BTP a lunga scadenza (10, 15 o 30 anni) offrono rendimenti più alti ma anche una maggiore volatilità. I BTP a breve termine (3 o 5 anni) sono più stabili, ma con cedole più contenute. In base al proprio profilo di rischio e alle aspettative sui tassi, si può costruire una strategia personalizzata.
Un’opzione interessante è diversificare tra scadenze diverse, per combinare flussi cedolari regolari e potenziali guadagni in conto capitale. In questo modo, l’investitore riduce il rischio di concentrare tutto su un solo punto della curva dei rendimenti.
Simulazione di rendimento con tassi variabili
Per capire come varia il rendimento in base al prezzo, prendiamo due ipotetici titoli con scadenza a 5 anni. Il primo ha una cedola del 4% e prezzo di 102, il secondo ha cedola del 3% e prezzo di 96. A prima vista il primo sembra più redditizio, ma simulando il rendimento effettivo si scopre che il secondo, acquistato sotto la pari, può offrire un rendimento a scadenza più alto, grazie al guadagno sul prezzo di rimborso.
Questo esempio mostra che il rendimento reale non coincide con la cedola nominale, e che l’acquisto sotto la pari può migliorare la performance complessiva anche in presenza di tassi stabili.
Considerazioni finali
L’acquisto di BTP sotto la pari, come dimostrano gli esempi numerici, è una strategia che unisce sicurezza e rendimento. Permette di ottenere guadagni interessanti con un rischio contenuto, a patto di valutare bene il contesto dei tassi e di mantenere il titolo fino alla scadenza.
Chi vuole sfruttare questo meccanismo deve però ragionare in ottica di medio-lungo periodo, comprendere la dinamica dei prezzi e considerare anche l’aspetto fiscale. In un momento storico in cui i rendimenti reali tornano ad essere competitivi, sapere quando e come acquistare sotto la pari può fare la differenza tra un semplice investimento prudente e una strategia realmente efficiente.
In definitiva, la convenienza non sta solo nella cedola o nel prezzo, ma nella capacità di leggere il mercato, scegliere il momento giusto e costruire un portafoglio coerente con i propri obiettivi. I BTP, se gestiti con intelligenza, non sono solo titoli di Stato: possono diventare strumenti dinamici di rendimento e di pianificazione fiscale, capaci di dare al risparmiatore una marcia in più.






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