Nelle ultime settimane la situazione dei mercati finanziari è di rimasta immutata rispetto all’aggiornamento tecnico di inizio ottobre.
Le attese sull’inflazione stanno tenendo i mercati in una morsa:
un rallentamento inflazionistico porterebbe ad un maggior respiro per l’economia;
dati in linea con i precedenti o in aumento, porterebbero ad una prosecuzione del trend ribassista.
Oggi c’è la riunione della BCE, dove verrà confermato un aumento dei tassi di interesse di 0,75 punti %, mentre la settimana prossima sarà il momento della FED.
Le aspettative sui tassi USA scontano un aumento di 0,75 punti nella riunione di novembre e di altri 0,75 punti a dicembre, la BCE segue a ruota.
Lo scenario prevede che la FED possa alzare i tassi fino al 4,75% e terminare il ciclo di rialzi straordinari nel 2022, per poi riprendere, nel 2023, la gestione ordinaria con rialzi di 0,25 punti %.
Un rallentamento della politica dei tassi USA darebbe sicuramente respiro ai mercati, anche europei.
COMPARTO OBBLIGAZIONARIO
Al momento i rendimenti a 10 anni che si trovano sul comparto obbligazionario sono:
tra 4 - 5% per il governativo ITA;
tra il 5% - 7% obbligazionario corporate;
l’8% e 12% per la parte ad alto rendimento (titoli subordinati)
In chiave obbligazionaria, non si rilevano criticità (oltre a quelle straordinarie già analizzate durante l'anno), e se escludiamo la pressione che c’è stata negli ultimi giorni, che sta già rientrando, nei prossimi mesi dovremo assistere ai primi segnali di recessione. Questo potrebbe essere un "bene" per il comparto, perchè abbasserà i rendimenti dando sostegno ai prezzi dei titoli obbligazionari.
Recessione unita ad alti tassi di finanziamento non creano un quadro sostenibile per l'economia.
COMPARTO AZIONARIO
A livello tecnico, il mercato è entrato in un canale ribassista, con delle fasi alternate di rimbalzo, come abbiamo già potuto osservare durante l’anno.
Al momento siamo in una fase di questo tipo, e la conferma viene dalle buone sedute borsistiche di questi ultimi giorni.
Il rally azionario è indotto dal mercato obbligazionario, quindi tutto ruota attorno alla discesa o meno dei tassi (costo del denaro).
CINA
E' giunto il momento di accumulare o meglio attendere?
L’analisi grafica evidenzia il raggiungimento, per la terza volta, del supporto pluriennale.
A livello tecnico sarebbe il momento buono per mediare il settore, però è la situazione complessiva che non convince.
Lunedì abbiamo assistito ad un crollo dell’indice cinese di circa il 6%, e se il supporto pluriennale dovesse cedere l’indice cinese tornerebbe ai minimi del 2008.
Il quadro geopolitico rimane di difficile lettura, inoltre, la deriva autoritaria abbracciata da Xi Jinping depone a sfavore della crescita di lungo periodo.
L'analisi dei dati storici pone in evidenzia il fatto che la Cina sta replicando l'esperienza di Taiwan, della Corea e prima ancora del Giappone: nazioni passate da un'economia relativamente emergente ad uno status maturo. I tassi di crescita in tutti i casi sono passati dalla doppia cifra a ritmi più tiepidi.
Vista la situazione di poca chiarezza, probabilmente avrebbe senso monitorare la situazione e prendere in considerazione eventuali acquisti al raggiungimento dei minimi assoluti.
Nel lungo periodo le borse cinesi avranno da dire la loro, ma al momento l’incertezza è tale da non permettere di fare scelte operative.
CONCLUSIONI
A livello globale si iniziano a rilevare prezzi a sconto interessanti sia in ambito azionario che obbligazionario. Attenzione però a non farsi prendere troppo la mano, la situazione resta complessa ed è importante attendere l’evoluzione del quadro, per evitare di aggiungere criticità ad un anno già abbastanza complicato.
Se a novembre i dati dell’inflazione USA dovessero essere ancora negativi, potremo assistere ad ulteriori ribassi, in alternativa avremo finalmente un pò di respiro. Vedremo.
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